giovedì 8 marzo 2012

[Classe-76]: i migliori libri della nostra vita (ll primo che dice moccia e vespa rischia una giostra di paccheri... & qui nessuno fa la pasta)

Gentili Tutti,

una tosse spezzante mi trancia il respiro. Vivere d'asmatico non e' proprio semplicissimo.
Certo ci sono cose molto peggiori, come essere infestato da alieni insettoidi che covano le uova nel nostro torace, o finire come cavia da tortura in club di dediti alla scarnificazione periodica delle vittime, ma non sempre si riesce a cogliere il lato positivo della giornata certe volte.

Ho fiducia in alcuni punti fermi, ed uno di essi, uno che mi da piacevole sicurezza e' il vivere in simbiosi con la mia tosse.

E' stata una compagna fedele, per anni, non mi ha mai tradito, c'e' stata sempre, senza timore di far male e senza mai farsi dimenticare.

Ho passato una vita in cerca della compagna perfetta (#credici tanto pensi solo a L'unica RagazZa, nota del blogger), ma alla fine mi sono reso conto di averla sempre avuto accanto e non aver mai distinto la sua presenza: la Tosse Asmatica.

Essere malato periodicamente implica mille conseguenze, la prima e' che passi molto tempo a letto.

Cio' significa che leggi tantissimo (naaaa), guardi tantissima tv (si anche ma non sempre), ti ammazzi di fai-da-te (#ovvio), giochi poco con gli altri (cioe' diventi #nerd).

E cosi dopo questa lunghissima premessa ecco arrivare l'inconfondibile sigla della rubrica che tanto amate, signori e signore, belli e barbuti, nani e uomini nei polmoni d'acciaio, ecco a voi un nuovo glande episodio della rubrica [Classe-76], dal titolo: i migliori libri della nostra vita (ll primo che dice moccia e vespa rischia una giostra di paccheri... E qui nessuno fa la pasta):

Jack Frusciante e' uscito dal gruppo.


Ok, e' stata la tua personale prima-cotta letteraria. Era una calda estate di meta' anni 90, io avro' avuto più' o meno sedici-tante-seghe-anni, ed ero in vacanza lampo (dopo i quindici anni odiavo andare in vacanza con i miei genitori e mi ritagliavo un massimo di 15 giorni nella loro casa al mare tra le urla di mia madre) a minturno, dove passavo il tempo ad andare in bici, a fumare di nascosto da solo, e a visitare ogni edicola nel raggio di ventordicilima kilometri. Alla fine in un edicola lontana quasi 200 metri da casa dei miei acquistai pochissimi fumetti (all'epoca solo Dylan tante-seghe-con-le-sue-donnine-nude Dog) ma rimasi colpito da una rivista (brrrrr le riviste le leggeva mia madre) tipo a fumetti: una certa Linus, con in allegato un romanzo. Ricordo di aver pensato che ci poteva stare comprare un libro per la prima volta nella mia vita. Prima di allora se escludiamo la Bibbia, il primo capitolo (o era la prima pagina??!!!) de I ragazzi della via Pal, e dicasi ben tre capitoli del capolavoro Moby Dick, non avevo mai letto nulla di nulla (forse neanche un quotidiano o una rivista di mia madre, al massimo il postal-market ma ci facevo altro invece di leggere). Comunque non so per quale ragione, o per quale reflusso di coscienza, avevo la strana voglia di leggere un fumetto ma senza disegni.
Penso di aver iniziato a leggere il romanzo allegato a Linus poco dopo essere arrivato a casa, tra balcone, letto, sdraio, bagno, spiaggia, lungomare, panchine e scale... E di aver smesso solo a libro finito.
Fu assurdo, era un libro sgrammaticato, inconsistente, povero e lento, ma era uno specchio della mia vita.
Anzi era uno specchio di come avrei voluto la mia vita.
Io non ascoltavo i red hot chili peppers, non conoscevo amici con cui alcolizzarmi tra vodka e abbracci del mulino bianco, non avevo la bici per andare a scuola, e non avevo la vita del vecchio Alex D., ma ovviamente sognavo di averla. Sognavo Bologna, sognavo un amore come quello con Aidi: puro, incontaminato, semplice ma travolgente. Per anni ho atteso una Aidi nella mia vita, alla fine quando e' arrivata però, ero io ad essere sparito... al mio posto c'era solo uno stronzo VERO.

Il Giovane Holden


Ok se jack frusciante e' uscito dal gruppo era il big bang della lettura, il giovane holden era la prima stella grande dell'universo.
La vita di Holden, non era la mia, io ero lontano anni luce dai suoi anni, eppure le domande che si poneva, i dubbi con cui attraversava la strada della vita erano i miei. I suoi pensieri erano una versione grammaticalmente corretta dei miei. Con il tempo ho amato questo romanzo sempre di più e alla fine ancora oggi mi faccio delle domande su dove siano finite le anatre quando gela il laghetto.

Due di due.


Ok ok ora non insultate a sedici anni oltre ad ammazzarmi di seghe ero anche romantico. E se conosco bene anche voi, nati come me tra il finire dei gloriosi settanta e i primi anni dei futuribili ottanta, questi romanzi li avete amati come e quanto me. Fatta la necessaria premessa, torniamo al romanzo di Andrea De Carlo. Allora, diciamo che il romanzo non era uno specchio di come sognavo d'essere ma era letteralemnte un Romanzo, i cui protagonisti avevano un certo appeal che li rendeva simpatici ed emotivamente adiacenti alla mia vita. Formalmente e' il motivo per cui ho amato questo romanzo, volevo una vita come quella dei protagonisti (e anche un cane come quello del protagonista).

Cristhine F, noi i ragazzi dello Zoo di Berlino.


Ok questa e' stata una pugnalata al cuore. Avevo circa 18/19 anni e questo romanzo mi ha tenuto compagnia, come solo un coltello a lama lungha infilato con forza tra le costole, sa fare. Il romanzo era con me sempre, chiuso in uno zainetto, e pronto ad emergere con la sua carica di tristezza e dramma. Ho amato il romanzo perche' i protagonisti erano simili a me nell'approccio alla vita, con la differenza che la loro vita, era fatta di eroina, david bowie, berlino, sesso, piscio e lacrime.

IT



Ero innamorato follemente di questa ragazza del terzo banco. Ne sono stato innamorato per tot, come solo gli amori non corrisposti sanno durare. Soffrivo per lei tantissimo, e avrei fatto di tutto per poter stare con lei (e fidatevi anche solo l'idea di fare sesso con lei era distante miliardi di anni luce). Pur di vederla ho passato un estate nel suo paesino, seduto un po dove capitava lungo il tragitto tra casa sua e la chiesa, nella (#vana) speranza di vederla passare. Con me c'era (una volta) il buon vecchio zio stephen king, ed i ragazzi di Derry. Insomma quel libro era un condensato di horror anni 50 americano e dei sogni di un gruppo di 15enni perdenti ma fantasiosi. Eppure quei ragazzi della provincia-provincia americana erano mitici nel loro essere perdenti, e cosi la mia bici divenne Silver, anche se era di un pacchiano color oro, ed ogni volta che solcavo le strade rotte e senza asfalto della provincia napoletana, urlavo con la pazzia dei sedici anni: ehi oh silver!! E mi sentivo un eroe perdente del romanzo di King, e tanto mi bastava per non sentire le pene dell'amore non corrisposto.

Il piccolo principe.


Allora tirate il freno a mano, mettete in pausa skyrim, salvate la vostra partita di batman: arkam city, e prestate attenzione, perche' qui si parla del mio romanzo preferito. C'era una volta, ma c'e' anche adesso una mia Amica (di quelle vere, di quelle che restano anche se a kilometri di distanza) di nome Marcella, tale fanciulla nella sua vita mi ha regalato e/o fatto scoprire più di un romanzo, e tra questi c'e' la fiaba del piccolo principe. Ora dovete capire che io sono talmente in fissa con sto romanzo che tipo in ogni paese in cui finisco per lavoro (#spesso/sempre) o per piacere (#mai) ne compro una copia in lingua. La storia tra la volpe ed il piccolo principe, con la loro questione su "l'addomesticarsi" mi ha sempre commosso. Anche se poi a dirla tutta, il mio passo preferito e' l'altro, quello in cui il bambinetto principesco chiede al serpente se ha del buon veleno, perche' vuole morire.
Oh si beh in effetti e' triste come parte, ma cosa volte farci, ormai l'avrete capito sarò pure uno stronzo ma sono uno stronzo romantico (#credici). e poi c'è quella frase.. si va beh conoscete tutti quella frase quella sull'invisibile. quella mi ricorda troppo un mmojito bevuto da solo in un bar, ma questa è una storia che può capire solo una persona... L'unica RagazZa.

Ok ragazzi ho raccontato abbastanza, ho messo nuovamente in fila i ricordi della mia adolescenza, e ho cercato come sempre di farvi passare in allegria qualche minuto, magari mentre siete a casa soletti o in ufficio cazzeggianti.
ora torniamo al mondo reale però, che io come sempre ho da Mettere Ordine in Casa.

2 commenti:

  1. Fantastico, fino a due di due (compreso) il percorso è stato molto simile al mio. :)

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  2. @andrea: vedi che abbiamo molto in comune, non solo le serate alcoliche ed i fumetti ;)

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