domenica 18 marzo 2012

[Classe-76]: Le migliori città della nostra vita

Gentili Tutti,

manca poco alle 22 di una domenica sera di un marzo che regala primavera alla città di Milano.

C’è un soundtrack improvvisato che si diffonde nella mia solitaria casetta rossa e blu, attualmente la vecchia sigla della serie tv CinCin regala un’atmosfera pulita e nostalgica al videoclip della mia vita, mentre cerco di mettere Ordine ai miei pensieri per dare il via ad un nuovo straordinario episodio di [Classe-76]. Il tema di questo nuovo strampalato nerdistico e nostalgico episodio sarà (tenetevi forte perché questa rivelazione non vi cambierà per niente la giornata): Le migliori città della nostra vita.

Ok, perché parlare di città in un episodio della rubrica che prova a raccontare il mare di luoghi comuni in cui siamo cresciuti noi trentenni contemporanei è presto detto. Ci sono luoghi che sono diventati leggende nella nostra adolescenza e che a prescindere se siano poi divenute nostre nuove dimore o meno, sono rimaste ferme-congelate nei ricordi del nostro passato.

Ora che ci siamo tolti il dente del perché , rompiamo gli indugi e facciamo partire il nostro personale viaggio nel tempo (igor mi raccomando le polaroid le voglio belle!!!)

Bologna




Ovviamente non potevo partire da altra città. Bologna si è guadagnata un posto nell’immaginario di noi trentenni in quanto è diventata scenografia dei nostri sogni universitari. Personalmente ho iniziato ad amare e idealizzare Bologna grazie al DAMS. Se avevi 18 anni negli anni 90 ed eri in fissa per i cartoni animati, i fumetti ed il cinema, il DAMS sembrava essere la Mecca dove dover andare a pregare per poter immaginare un futuro lavorativo nelle nostre passioni. Ho provato in tanti modi a convincere la mia famiglia a mandarmi fuori-sede al DAMS ma alla fine tutto aveva il sapore di una litigata ed i sogni del capoluogo dell’emilia-romagna vivevano solo nei racconti dei colleghi d’università che ci erano andati veramente. I portici, le case editrici di fumetti, le Feltrinelli ovunque, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, gli MTV Day, i tortellini, le ragazze con l’accento marcato ed il sorriso in primo piano, questa era la mia Bologna , semplicemente impossibile e semplicemente reale.

NB: nota biografica per i curiosi: alla fine a Bologna ci ho speso 6 anni della mia vita, ci ho costruito:

1 - una Famiglia d’Amici;

2 - Il ricordo dell’Amore che ho rovinato;

3 – i sogni professionali

Roma

Se siete vissuti nel sud italia per un’adolescenza e mezza allora avete anche voi visto in Roma la linea di confine tra le gite scolastiche di terza liceo e i primi lavori. Roma era una Bologna in minore, o semplicemente una Bologna più raggiungibile. La nostra capitale mi si è scolpita nell’animo con il suo accento tirato e comico conosciuto prima da miliardi di film con Enrico Montesano e poi dal vivo, con calma senza fretta ma soprattutto con gli amici. Se bologna era la scenografia di musica, libri e fumetti, Roma era nell’immaginario la scenografia di mille film e mille pagine di libri di scuola. Eppure passeggiare per Prati, andare in auto verso l’alba a spiare i fori imperiali, fingersi stranieri sotto il colosseo o perdersi nel San Pietro visitata con i genitori nelle gite della parrocchia, non ha prezzo, ed ancora oggi quando di sera passo per campo dei fiori non posso fare a meno di fermarmi incantato dal vociare che rende unica la città immortale. Ma Roma era anche la prima fermata nel treno, rigorosamente Espresso, per la maturità per molti ventenni targati anni 90 con i suoi primi lavori ed il suo sapore di smog e storia.

Londra


La mia città, quella che amo, quella che sogno ancora oggi quando sono da solo con tanta voglia di musica , parchi e fumetti. Londra era la scusa giusta per diventare camerieri passati i ventanni, era la città di cui tutti ti raccontavano e che finivi per immaginare sempre meno bella di quello che sarà sempre. Ricordo il mio primo lavoro per l’agenzia di viaggi dello zio, la scoperta dei Cab, le prime birre, i pounds che suonano belli DELle sterline, il forbiden planet, il virgin store (pace all’anima sua) con la sua musica da ascoltare gratis per chi ancora viveva con le cassettine duplicate male di vasco e ligabue, Piccadilly Circus che ogni volta ti toglie il fiato per il freddo ed i mille colori, Hyde Park con il suo verde senza fine e quelle onde colorate che si chiamano scoiattoli (che prima erano per me solo Chip e Chop), i fumetti in lingua originale, i bollitori, i musical, e le ragazze bionde (miliardi di ragazze bionde, che poi cioè alla fine le bionde non ti sono mai piaciute, ma mai viste così tante come la prima volta che sei sceso a Piccadilly Circus) e poi… tanti poi… Se qualcuno di voi mi chiedesse, perché amo Londra, beh metterei su il White Album dei Beatles e poi… basta così.

Firenze


Che sarebbe come dire una bella barzelletta che magari fa ridere poco o niente ma che quando ha quell’accento lì, tutto aspirato e con tanta Cocacola, ci ridi fino a lacrimare, magari seduto per strada in mezzo alla cultura italiana bevendo Moretti e dividendoti una sigaretta con gli amici. Firenze ha un posto speciale nel cuore dei Classe-76 perché rappresenta l’arte ed i weekend. Andare a Firenze non vuol dire andarci a vivere o a passare una serata con gli amici, firenze è sempre un lungo weekend e non chiedetemi perché. I fiorenti ed i toscani in generale sono il sale del nostro Bel Paese, ci ho speso mesi della mia vita tra vacanze estive con i parenti, viaggi da colleghi che poi alla fine diventano amici. E alla fine Firenze resta questo una bella passeggiata nel centro, non la città delle serate folli ma quella dove scoprire l’arte tenendo sempre gli occhi puntati verso l’alto ed un sorriso in tasca sempre pronto.

Napoli


O ci siete nati o ci avete fatto l’università. Io entrambe in un colpo solo. E’ la città che mi accompagna, quella che mi tengo stretta al cuore, quella che avete amato dalle canzoni di Pino Daniele (se qualcuno qui ascolta quel tipo di nome Gigi siete pregati di andare su altri blog, GRAZIE), quella dei 99 posse sempre e comunque, quella degli Almamegretta, quella dei presepi e del mare che ti spezza il fiato ogni volta che lo ammiri da Posillipo, quella della pizza che a’cu’sì ta puo’ scurdà guagliò. Ecco questo è napoli, certo è molto altro, ma se ci passate chiamatemi, Napoli è l’unica città del mondo in cui non mi perdo mai, e vi farei vedere gli angoli più belli, quelli che vi entrano e bruciano per sempre. Si dice: Vedi Napoli e poi muori. Ma non ho mai capito cosa voglia dire… quindi fate voi miei 42 lettori, che siete più bravi di me.

Milano


E’ la città dell’essere grandi, dell’essere maturi, del lavoro, dei tram e del divertimento. Non ho mai amato milano, eppure giorno dopo giorno mi faccio conquistare da questa signora gentile. La città sembra essere uno shekerato di tutte le altre di cui abbiamo parlato prima, ma con un taglio in più. A milano, tutto sembra realizzabile, tutto sembra vero, e se guardi da vicino, se non ti fermi all’apparenza tutto è vero sul serio. Sembra impossibile eppure la città che meno avevo considerato nella mia vita, quella di cui senti sempre parlare ma che non vedi mai, quella che era troppo in alto con la sua Sergio Bonelli, la Mediaset, la Mondadori, gli uomini con capello e cappotto, quella della moda e di radio deejay, quella è la città in cui vivi bene, anzi vivi sempre meglio. Qui i sogni sono veri e poche chiacchiere.

Barcellona


Napoli in Do Maggiore. Una città in cui tutto è ampio e sembra portati al mare, la città delle tapas e delle ramblas, quella degli Skap e della lingua che è magica e sensuale sempre, dove i sorrisi non sono promesse e la libertà ha il sapore di un film di Almodovar. Una città che ti fa gridare: ci resto, fermate il mondo ci resto. Ma poi alla fine l’aereo riparte ma ti resta la voglia di tornarci, ma forse non di viverci, perché in fondo Barcellona è un estate, e nel bene o nel male l’estate finisce sempre.

E alla fine siamo giunti alle conclusioni finali miei cari 42 lettori, come sempre spero di non avervi perso dopo le prime tre righe, ma se pure fosse va bene così perché alla fine il primo lettore di questo blog sono io, e quello che scrivo serve prima di tutto a me e al mio percorso per cercare di Mettere Ordine in Casa.

Per la cronaca finiamo con una citazione, una volta dopo che io avevo già rovinato tutto, mentre viaggiavo per milano in notturna, più o meno all’altezza di uno dei mille semafori di cadorna, L’unica RagazZa mi ha detto una di quelle frasi per cui ogni tanto allungo ancora la mano sul sedile anteriore cercandola: le città sono belle per le persone che ci vivono e non per altro.

ed io per fortuna ho conosciuto tante belle città.

La playlist è finita, ora la mia casetta rossa e blu e piena solo del mio tichettare alla tastiera, adesso è tempo che vi chiudo la porta… ho da ricordare l'ultima città.

2 commenti:

  1. bello, bello, bello questo post! mi è piaciuto tanto! sarà perché sono trentenne pure io, o quasi (presto lo sarò dai). una trentenne milanese, perdipiù, contenta di scrivere ciò che leggi anche se io la mia città l'ho lasciata per altre due (prima Istanbul e ora Vienna.)

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  2. grazie per i complimenti! hai lasciato milano per due città bellissime! diverse tra loro ma ugualmente uniche nel loro distinguersi per un passato che non si può ignorare guardando le loro strade. Debbo dire vienna è forse quella che conosco peggio....

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